
Carlo Acutis, santo a 15 anni
Carlo nacque a Londra, il 3 maggio 1991. Visse a Milano, ma trascorse lunghi periodi ad Assisi, dove respirò la spiritualità di San Francesco.
Fu molto legato alla devozione a Maria e all’Eucaristia, realizzando anche progetti informatici sui temi della fede, forte la sua esperienza di volontariato con i clochard e nelle mense dei poveri.
Colpito da una forma di leucemia fulminante, lasciò questo mondo il 12 ottobre 2006, all’età di 15 anni.
I resti mortali riposano dal 6 aprile 2019 ad Assisi, nel Santuario della Spogliazione.
Il 10 ottobre 2020 è stato beatificato, ora si attende solo la data in cui verrà proclamato Santo, rimandata a causa della morte di Papa Francesco.
Alcuni studenti che hanno studiato la figura di Carlo hanno scritto queste testimonianze.
«Carlo è un grande esempio per tutti i giovani e non che utilizzano i mezzi tecnologici, mostrando loro il giusto utilizzo di questi e quanto ci si possa servire di questi sempre più potenti mezzi per perseguire nobili scopi. E allora chi più adatto di Carlo per essere il “patrono del web”, a guardare dall’alto questo, ormai non più nuovo, ma comunque misterioso mondo e ad illuminare tutti coloro che lo frequentano».
«Il motto di Carlo Acutis era “Tutti nascono originali ma molti muoiono come fotocopie”, frase che ha un significato straordinario. Pensando al conformismo prevalente, all’ossessione per la moda, a come le persone si adattano alla società di massa e a come siamo tormentati dalla paura di essere giudicati dagli altri, ci rendiamo conto della notevole rilevanza che hanno queste parole».
«Carlo non credeva di fare cose straordinarie, era solo convinto di seguire un modello che lo entusiasmava. Questo modo di vivere lo proponeva agli altri, senza imporre nulla; il suo esempio, senza che nemmeno se ne accorgesse – e l’intensità della sua sequela di Gesù – generavano un effetto a cascata sugli altri, che ne rimanevano stupiti: il profumo di santità era già nell’aria».
«Un ragazzo “normale”, che giocava a pallone nella piazzetta sotto casa, amava la playstation e usciva con gli amici» (…)« È proprio questo suo essere se stesso che lo rende santo. Vorrei arrivare a una conclusione dicendo che Carlo è il tipico “santo della porta accanto”, come viene definito da Papa Francesco.
Io sono d’accordo con quanto dice Papa Francesco: Carlo è il santo della porta accanto perché è santo nella sua ordinarietà, nel quotidiano. Carlo elargisce il bene tutti i giorni vivendo la sua vita come un ragazzo normale. Ora lo immagino mentre con le sue sneakers, la sua felpa e i suoi jeans passeggia sorridendo in paradiso, ma mi piace ricordare che quelle stesse sneakers hanno camminato sulla terra, lasciando un segno nella quotidianità delle sue giornate».
Il nostro altare quaresimale, dedicato a Carlo Acutis, resterà disponibile anche dopo Pasqua per sostare in preghiera