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Il racconto di Medjugorje

Il racconto di Medjugorje

7 Novembre 2014

La catechesi sulle apparizioni mariane riempie un teatro. Al convento dei frati capuccini di Vigevano più di 200 persone hanno partecipato al terzo incontro del ciclo di conferenze dedicato a Maria, intitolato “Madonna di Medjugorje: Regina della pace”. «Le apparizioni – ha spiegato don Paolo Ciccotti, esorcista della diocesi di Vigevano – nella vita della Chiesa hanno sempre avuto grande importanza. Il Nuovo Testamento inizia con la visione dell’angelo da parte di Zaccaria e con l’annunciazione a Maria. Nella Trasfigurazione appaiono Mosè ed Elia, nel Getsemani un angelo appare a consolare Gesù. Non dimentichiamo le apparizioni del Cristo dopo la morte e poi lungo tutta la storia della Chiesa». Per don Ciccotti l’apparizione è il modo in cui Maria tiene fede al suo compito di madre: «Gesù sulla croce ci ha donato a Maria come figli. Ai piedi della croce la Madonna ha preso sul serio questo affidamento, nella Lumen Gentium si dirà che “Maria è madre nell’ordine della grazia”, cioé vuole generare nella nostra vita la vita di Cristo suo figlio. Maria in cielo fa e, vedendo i suoi figli che si perdono, una mamma non sta con le mani in mano, ma chiede a suo Figlio di poter intervenire. “L’Altissimo mi manda in mezzo a voi”, siamo dentro il piano della Redenzione».

Quale è il messaggio di Medjugorje? «Possiamo individuare – ha argomentato il sacerdote – cinque nuclei tematici, come i cinque sassi di Davide contro il gigante Golia: la preghiera con il cuore, il rosario, la messa quotidiana, la confessione mensile, il digiuno a pane e acqua. Le apparizioni sono per i veggenti, i messaggi sono per tutti». E secondo don Ciccotti sono suddivisibili in sei gruppi su base temporale. La prima fase include i messaggi dal 24 giugno 1981 al 1 marzo 1984, «la Madonna chiede che il popolo preghi e creda fermamente e che i sacerdoti custodiscano la fede. La Madonna non divide il mondo tra credenti e non credenti, ma parla di “coloro che non hanno ancora conosciuto l’amore di Dio”. Noi lo abbiamo conosciuto? Bella domanda. Nel primo periodo la Madonna chiede di formare un gruppo di preghiera che avrebbe guidato lei stessa». Nella seconda fase, fino all’8 gennaio 1987, «dal gruppo di preghiera, guidato dalla Madonna stessa, allarga il campo d’azione alla parrocchia: “Io ho scelto questa parrocchia, è mio desiderio guidarla” perché possa essere d’aiuto alle altre parrocchie. Iniziano i messaggi del giovedì ed è costante l’invito a essere “vicini al mio cuore”, invito centrale di Medjugorje». Nella terza fase, fino alla scoppio del conflitto jugoslavo nel 1991, cominciano «i messaggi del mese rivolti a tutto il mondo. Nel 1987 Giovanni Paolo II proclama l’anno mariano, per sottolineare la speciale presenza di Maria. Si era accorto che la presenza di Maria nella Chiesa si stava affievolendo, quasi fosse una devozione di secondo ordine. Invece la Madonna nel Vangelo ha detto “tutte le generazioni mi chiameranno beata”».

La quarta fase è quella della guerra: «Ad agosto del 1991 la Madonna dice “sono venuta a portare a compimento ciò che avevo iniziato a Fatima”. I messaggi diventano più lunghi e si fa riferimento più spesso a Satana e alla sua opera di distruzione, ma Maria ripete che con la preghiera e con il digiuno si può fermare la guerra e il 25 febbraio 1994 inaspettatamente ringrazia perché “voi tutti mi avete aiutato a far sì che questa guerra finisca il più presto possibile”. La guerra terminerà poco dopo». Nella quinta fase, fino al Giubileo del 2000, la Vergine allarga la sua azione e «invita alla conversione. “Decidetevi alla conversione”, all’invito alla preghiera si aggiunge sempre una particolare annotazione: “pregate per capire ciò che dovete fare”, “perché i vostri cuori diventino di carne”. I veggenti arrivano a chiedere cosa dovrebbero fare della loro vita: “pregate e nella preghiera troverete tutte le risposte che cercate”, un messaggio che vale anche per noi». Perché, ha affermato l’esorcista, «E’ vero che la Rivelazione è compiuta con la morte dell’ultimo apostolo, ma se la Madonna arriva ci sarà bene un perché, è temerarietà dire non me ne importa niente». Infine i messaggi fino a oggi, in cui «si afferma una verità fondamentale del cattolicesimo, la mediazione mariana per incontrare Cristo. Il programma che la Madonna porta avanti è il Vangelo, non interpretato secondo le nostre opinioni. Il Vangelo sine glossa, come direbbe San Francesco». «Nel 1999 Maria dice “voglio realizzare un incontro di cuori, voglio che il cuore di Gesù, mio e vostro si fondano in un unico cuore di amore e di pace” e ancora “voglio invitarvi a vivere da oggi una vita nuova”. Da oggi, la Madonna dice amami come sei, non aspettare domani».

La Chiesa però non si è ancora espressa sulla soprannaturalità del fenomeno di Medjugorje. La dichiarazione di Zara del 1991 ha stabilito che «sulla base delle ricerche sin qui compiute non è possibile affermare che si tratta di apparizioni e fenomeni soprannaturali». Una sospensione del giudizio cui fa da contraltare l’assenza di interdizioni verso pellegrinaggi e amministrazione dei sacramenti a Medjugorje. Il 23 gennaio scorso si sono chiusi i lavori dell’apposita commissione presieduta dal cardinale Camillo Ruini, che ha consegnato a Papa Francesco la sua relazione. «Sul testo c’è il segreto pontificio, quello che hanno potuto dire è di aver dato molta attenzione ai frutti. I frutti di Medjugorje parlano, le persone tornano cambiate. Con la canonizzazione di Giovanni Paolo II è venuta alla luce la sua posizione su Medjugorje, definita “il centro spirituale del mondo”».


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