Aldo Moro – Appuntamento con il destino
Nel cuore della storia italiana si staglia una figura che ha saputo incarnare la complessità, la tragedia e la speranza di un’intera generazione: Aldo Moro. Lo spettacolo teatrale “Aldo Moro: un appuntamento con il destino” nasce dal desiderio di raccontare non solo l’uomo e lo statista, ma anche le vite di coloro che, con dedizione e coraggio, lo hanno accompagnato fino all’ultimo istante. Attraverso una narrazione intensa e commossa, la scena si trasforma in luogo di memoria e riflessione, in cui i destini si intrecciano, le scelte diventano irrevocabili e le esistenze si illuminano di significato.
Il sipario si apre su una Roma sospesa tra tensioni politiche, paure collettive e speranze infrante. Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, si trova al centro di un vortice storico drammatico: siamo nel marzo 1978, i giorni più oscuri degli anni di piombo. In quell’alba funesta del 16 marzo, Moro viene rapito dalle Brigate Rosse in via Fani, mentre la sua scorta viene sterminata. Lo spettacolo ripercorre, con delicata intensità, le vicende personali e professionali che precedettero e seguirono l’attentato, restituendo voce e dignità agli uomini della scorta, vittime di una violenza che travolse la nazione.
Aldo Moro emerge in scena come uomo di pensiero, di fede e di responsabilità, segnato dall’isolamento e dal peso della responsabilità politica. I suoi scritti, le lettere dalla prigionia, i gesti di umanità diventano materia viva, evocando domande fondamentali sulla giustizia, la libertà e il senso della vita
Ma altrettanto centrale è la narrazione delle vite degli agenti di scorta che accompagnarono Moro: Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi. Ognuno di loro viene rappresentato nella sua dimensione umana: padri, figli, amici, servitori dello Stato, la cui storia si intreccia con quella di Moro in una comunione di destino. Attraverso flashback, ricordi delle famiglie, sogni interrotti e gesti di quotidiana generosità, lo spettacolo restituisce il senso profondo del loro sacrificio, troppo spesso relegato ai margini della memoria collettiva. La loro storia diventa un appuntamento, un invito a non dimenticare e a trasformare la memoria in impegno civile.
Attori: Beppe Bianchi, Maurizio Donati, Francesca Rifici
Testo e Regia: Salvatore Poleo
Ingresso unico 12 €
Venerdì 16 gennaio 2026, alle ore 21
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(no prenotazione)
Domenica 18 gennaio 2026, alle ore 17
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(no prenotazione)
Aspettando Natale
Da Mundarra a Yupanqu
Un viaggio musica attraverso e le epoche e i continenti nel Rinascimento spagnolo alle sonorità ricche dell’America Latina e della musica contemporanea
Programma:
- Fantasia que contrahaze la harpa a la manera de Lodovico Alonso Mudarra Grande Sonata op. n. 22,
- Rondo’-Allegretto Fernando Sor El can¸co del ladre
- La filadora Miguel Llobet ”Six Balkan Miniatures for World Peace”– Sei miniature per la pace nel mondo I. Jutarnje Kolo (Morning Dance)
- II.Zalopojka (Lament) Dusan Bogdanovic
- Omaggio a Debussy
- Manuel de Falla Guajira Criolla, Ojos Brujos, Zapateado Leo Brouwer
- Bagatelle n.4
- Willian Walton Chiquil
- ‘ın de Bach´ın Astor Piazzolla A la memoria di Astor Raul Cosentino Canci’
- on y Danza No.1
- Antonio Ruiz-Pip´o El tulumbano (gato) Atahualpa Yupanqu
Cristina Volpe ha iniziato gli studi di chitarra classica a 7 anni, con Giorgio Oltremari, presso la Scuola Civica di Musica di Milano.
Ha perseguito gli studi con il chitarrista francese Philippe Jouanneau al Conservatorio di Orsay, poi con la chitarrista brasiliana Cristina Azuma presso il Conservatorio Henri Dutilleux a Clamart, dove ha ottenuto il Certificato degli Studi Musicali (CEM). M. Cristina Volpe si e’ perfezionata partecipando alle Masterclass con il chitarrista argentino Roberto Aussel durante le 7 edizioni della ”Settimana internazionale della chitarra” a Nantes e le 3 edizioni di ”Incontri Voci e Musica” nel Pilat, con il compositore cubano Leo Brouwer durante il ”Festival di Chanteuges”, il compositore brasiliano Paulo Bellinati durante ”Chitarre in Vallouise”, con Rolf Lieslevand durante il ”Festival di Lambesc” (2023) e il chitarrista uruguayano Alvaro Pierri a Ligita (2025).
Dal 2022 al 2025 M. Cristina Volpe si e’ perfezionata con Roberto Aussel. M. Cristina Volpe ha partecipato a diversi spettacoli di chitarra e poesia, come ”L’impasse des gamberges”, ”J’ai surpris un air de vielle” con R. Lombard, ”Poesia e musica” con Abdellatif Laˆabi et R. Lombard, ”Una chitarra, due poeti” con A. Kanapitsas et R. Lombard, e ”Poesia e musica” durante il ”Festival des mots des rimes et des lyres” o nello spettacolo ”Paroles qui ne pes`ent” con E. Durousset, S. Hourquet (artista) et C. Lagouge (danza) durante il Festival ”Pens´ees Sauvages” (Dourdan), o ancora nello spettacolo ”Au milieu du chemin il y avait un po`eme” con E. Durousset nel ”Festival VO/VF” (Gif-sur-Yvette).
M. Cristina Volpe ha contribuito alla creazione della conferenza scientifica per il pubblico ”Le prime note dell’Universo” ed è intervenuta per gli intermedi musicali. La conferenza è stata realizzata per la Società Francese di Fisica a Strasburgo, durante la ”Settimana internazionale della chitarra” a Nantes, la manifestazione ”Primavera della Poesia” presso l’Università di Parigi-XI e durante la ”Festa della Scienza” presso l’Università di Paris-Diderot. Nel 2023, M. Cristina Volpe ha suonato con Romain le Dieu de Ville, in un duo chitarra-violino, nella chiesa di Notre-Dame de l’Assomption a Verri`eres-le-Buisson, e nella chiesa di Saint Saturnin d’Antony. Nel 2024 M. Cristina Volpe ha realizzato una lettura poetica e musicale con l’attrice Sylvie Dadoun, durante la settima edizione del ”Festival des mots, des rimes et des lyres” a Gif-sur-Yvette. M. Cristina Volpe ha suonato come solista, presso la chiesa NotreDame de l’Assomption a Verri`eres-le-Buisson, presso la chiesta di Saint-R´emy-l`es-Chevreuse e in marzo 2025 presso l’Auditorio del Conservatorio di Verri`eres-le-Buisson.
Domenica 20 dicembre, ore 21
Chiesa dei Frati Cappuccini, Corso Genova 38, Vigeavano
Ingresso gratuito
Etty Illesum – Poesia tra le baracche
Una sera d’estate ero seduta a mangiare il mio cavolo rosso sul ciglio del campo giallo di lupini, che dalla nostra mensa si estendeva fino alla baracca di disinfestazione, e riflettevo con ansia ispirata: “Si dovrebbe scrivere la cronaca di Westerbork”. Un uomo anziano seduto alla mia sinistra – anche lui con il suo cavolo rosso – aveva replicato: “Sì, ma ci vorrebbe un poeta”.
Westerbork è un campo di smistamento in Olanda, “l’ultima fermata prima di Auschwitz”. Etty Hillesum è una ragazza ebrea di Amsterdam, laureata in giurisprudenza, con la passione per la letteratura, la psicologia e la filosofia. Quando i tedeschi effettuano la prima grande retata di ebrei olandesi, Etty comincia a lavorare per il Consiglio Ebraico. Questo lavoro la esenterebbe dall’internamento a Westerbork, ma qualche settimana dopo essere stata assunta, chiede di esservi trasferita in qualità di assistente sociale.
Tra il 1941 e il 1943, attraverso la tenuta di un diario personale e la scrittura di alcune lettere ad amici e parenti, Etty racconta non solo del fango e delle baracche, del filo spinato e del pasticcio di patate, delle malattie e del sovraffollamento del campo, ma anche della guerra e dell’oppressione, delle famiglie lacerate e delle proprietà sottratte, dell’occupazione tedesca e della persecuzione degli ebrei. Non lo fa però registrando i fatti, bensì annotando pensieri e riflessioni personali, testimonianze di profonda fede e intenso amore.
La miseria che c’è qui è veramente terribile – eppure alla sera tardi quando il giorno si è inabissato dietro di noi, mi capita spesso di camminare di buon passo lungo il filo spinato, e allora dal mio cuore s’innalza sempre una voce – non ci posso far niente, è così, è di una forza elementare – , e questa voce dice: la vita è una cosa splendida e grande…
Ed è proprio questo sguardo positivo che l’ha resa poeta in quel villaggio di baracche trafitte da correnti d’aria, stracolme della sofferenza di uomini umiliati. I suoi scritti qualche volta diventano un bollettino di atrocità e di paura, ma mai questo sentimento conquista interamente il suo cuore. C’è sempre spazio per tenere, leggere e robuste pennellate di colore. Non abbandona mai la pace interiore, la gioia e la contemplazione dell’orizzonte, ed è così che Etty ha saputo essere “balsamo per molte ferite” e “cuore pensante della baracca”.
Dammi un piccolo verso al giorno, mio Dio, e se non potrò sempre scriverlo perché non ci sarà più carta e perché mancherà la luce, allora lo dirò piano, alla sera, al tuo gran cielo. Ma dammi un piccolo verso di tanto in tanto.
E quei versi sono giunti fino a noi e ogni giorno ci raccontano la poesia della vita.
Attori: Romina Alfieri
Musica: Giuseppe Olivini
Regia: Umberto Zanoletti
Domenica 14 dicembre alle ore 17
Ingresso unico 12 €
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(no prenotazione)

Il posto (replica)
Dopo il grande successo di questa primavera, la Compagnia Teatro Gifra mette in scena una nuova replica dello spettacolo dal titolo “Il Posto”
Ci siamo mai chiesti se saremmo disposti a vendere la nostra anima al Diavolo?
IL POSTO è un noir intrigante dove sette donne e tre uomini portano in scena la rappresentazione di alcuni dei desideri dell’uomo: l’amore… a qualunque costo; cambiare il corso della vita… a qualunque costo; sfidare la morte… a qualunque costo.
Per esaudirli, un Uomo chiede loro di scendere a compromessi, anche i più duri, i più bassi, i più vili.
L’Uomo è quindi un “Burattinaio! che spinge i suoi interlocutori a cedere alle tentazioni?
Ma l’Uomo è a sua volta burattino di altri o i fili sono manovrati dal Bene o dal Male?
In scena: Raffaella Buscaglia, Maurizio Donati, Vanni Marras, Rita Volpati, Roberta Vanzini, Lucia Volpato, Francesco Maestrone, Eleonora Bianchi, Gian Enrico Francioli, Barbara Menon, Giulia Zaverio.
Regia: Beppe Bianchi
Sabato 22 novembre alle ore 21
Ingresso unico 12 €
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(no prenotazione)
Tacchi, dadi e datteri
E’ sempre un piacere ascoltare le proposte degli Insoliti Accordi, il gruppo musicale che la scorsa stagione ci ha divertito con le canzoni di Enzo Jannaci e che quest’anno ci offre l’originale “Tacchi, dadi e datteri” che sarà un Omaggio a Cochi e Renato quindi uno spettacolo musicale in cui verranno eseguiti dal vivo alcuni dei più celebri brani del duo comico milanese che ha segnato un’epoca e portato un nuovo e surreale modo di fare comicità.
Cochi e Renato iniziano la loro carriera negli anni sessanta. Scoperti da Enzo Jannacci (… e anche qui il suo nome ritorna). Il duo debutta nel 1965 al Derby di Milano, con un genere di comicità nuovo, unico, poetico e surreale al tempo stesso. Alcune loro canzoni sono entrate nella cultura popolare italiana, come La gallina, Canzone intelligente, E la vita, la vita, e la loro personalissima interpretazione di Come porti i capelli bella bionda.
Lo spettacolo vedrà un susseguirsi di alcuni dei brani più noti e il tentativo, il più possibile in linea con il loro stile, di raccontare la loro storia. Anche perché spiegare il significato delle loro canzoni sarebbe davvero impossibile.
Venerdì 10 ottobre alle ore 21
Ingresso unico 12 €
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(no prenotazione)